Il canto nei bambini

Il canto è una delle attività più naturali dell’uomo. Sin dall’età di circa sei/sette mesi, infatti, i bambini iniziano ad utilizzare la propria voce per emettere suoni che hanno già in sé un’idea embrionale di canto. I bambini amano cantare, considerano il canto un modo per esprimere gioia.

Cantare mantiene alto l’umore e contribuisce a tenere sotto controllo preoccupazioni e stress: per tale ragione i bambini che amano svolgere questa attività presentano una maggiore predisposizione ad affrontare più serenamente anche i momenti negativi.

Sarebbe utile, quando il bambino mostra di riuscire a concentrarsi su un determinato compito per un certo lasso di tempo, cominciare ad insegnargli le prime canzoncine. Cantare per loro è il mezzo più efficace per trasmettergli la passione per la musica. Solitamente i bambini intorno ai quattro/sei anni rispondono positivamente a questo tipo di attività.

Qualora si avesse intenzione di iscrivere il proprio bambino ad un corso di canto è importante tenere in considerazione diversi fattori, primo tra i quali il rischio della perdita di entusiasmo qualora non venga utilizzato il giusto approccio da parte dell’insegnante. Il metodo di insegnamento nei bambini deve essere necessariamente diverso da quello nei ragazzi e negli adulti. Prima di tutto la lezione di canto deve rimanere per il bambino un momento di svago e sarebbe opportuno cominciare a dare loro obiettivi brevi e semplici da raggiungere, in modo da incoraggiarli. È necessario assegnare ai bambini canzoni brevi, con intervalli ristretti e frasi melodiche corte, oltre a testi semplici da memorizzare.

Anche cantare in un coro può essere un’attività di grande utilità e presenta svariati aspetti positivi. Cantare in coro, infatti, promuove la socializzazione tra i bambini ed aiuta a far comprendere loro l’importanza di condividere le proprie esperienze con gli altri coetanei e di aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà.

Altra attività di rilevante importanza nell’insegnamento della musica e del canto è il solfeggio. Con esso il piccolo allievo impara, oltre ai nomi e alla durata delle note, la differenza tra suoni gravi e suoni acuti. Questa differenza molto spesso, soprattutto in fase iniziale, non è chiara ai bambini, pertanto è consigliabile aiutarci con movimenti della mano.

Non dimentichiamo, inoltre, che i bambini amano muoversi. Approfittiamo di questo per far svolgere loro degli esercizi di stretching e di postura che, uniti a semplici esercizi di respirazione, risultano molto utili nel canto.

Durante le lezioni i bambini sviluppano la capacità di coordinare più attività. Già nel momento in cui gli viene richiesto di associare un testo a una melodia, si dà vita ad un apprendimento multitasking che allena cervello, capacità di ascolto, memoria e percezione di sé.

Reputo le lezioni di canto in tenera età un ottimo modo per dare una marcia in più alla formazione del piccolo cantante, per stimolare il talento e per evitare che con la crescita il bambino assuma abitudini vocali scorrette e dannose.

Altro aspetto da non sottovalutare è la scelta del repertorio. Una canzone deve essere prima di tutto cantabile. Il bambino deve riuscire a riprodurre il brano con facilità e senza sforzo eccessivo delle corde vocali. Anche l’aspetto testuale è da tenere in considerazione. Il testo, oltre a presentare un linguaggio semplice e immediato, deve soprattutto trattare argomenti adatti all’età dell’allievo.

Non dimentichiamo, infine, che le corde vocali dei bambini sono anatomicamente ben diverse da quelle degli adulti. Esse si presentano molto sottili ed elastiche ed è grazie a tali caratteristiche che gli permettono di raggiungere note molto acute, ma è importante tenere sempre in considerazione il fatto che l’estensione vocale del bambino subirà un radicale cambiamento dopo lo sviluppo e ciò potrebbe destabilizzare l’allievo che si troverà ad aver a che fare con uno strumento nuovo e inizialmente difficile da gestire. È importante, dunque, in questa fase, accompagnarlo dolcemente e sottolineare la naturalezza di tale processo.

In conclusione credo che una buona tecnica appresa da bambino non possa che rappresentare la base per una tecnica vocale solida in età adulta.

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