Supera l’ansia da palcoscenico

L’ansia da prestazione è quanto di più comune possa caratterizzare un cantante. L’impatto col pubblico ha sempre rappresentato uno dei più grandi ostacoli per un artista. Sono tante le volte in cui al termine di un’esibizione ripetiamo frasi del tipo: “Alle prove ho fatto meglio!”.

Da cosa dipende? Come possiamo risolvere il problema?

Prima di ogni cosa c’è da dire che raramente ci si trova dinanzi a persone sicure di se stesse a tal punto da non sentirsi mai giudicate da nessuno. Il timore del giudizio altrui è una caratteristica propria di ogni essere umano, anche di quelli che ci appaiono più sicuri, e che magari sono capaci di camuffarlo molto bene. Naturalmente parecchie persone hanno dovuto superare questo scoglio per ragioni professionali, questo ci fa capire che volendo si può!

Prima di ogni esibizione è importante svuotare la mente da qualsiasi preoccupazione. Non è consigliabile portare sul palco le proprie ansie. Il palcoscenico ci mette totalmente a nudo, è come se qualunque pensiero ci passi per la mente durante la nostra esibizione venisse proiettato in tempo reale e a caratteri cubitali su un’insegna luminosa proprio lì, sopra la nostra testa. È necessario, dunque, che restiamo concentrati su quello che stiamo facendo e che cerchiamo di essere quanto più naturali possibile per non perdere quella credibilità che distingue un cantante da una persona che gioca a fare il cantante.

L’altro fattore da tenere in considerazione, che ci piaccia o no, è il pubblico. Abbattere il muro di protezione che inevitabilmente solleviamo per via della paura di non essere all’altezza delle aspettative non è certo cosa da niente ma, una volta fatto nostro il meccanismo, ci piacerà sempre di più instaurare un legame con chi ci sta ascoltando.

Questo regalerà tutta un’altra luce alla nostra performance.

Una cosa da tenere in considerazione per superare la paura del giudizio è il fatto che NON ESISTE ALCUN GIUDIZIO. Il pubblico non viene ad ascoltare i nostri concerti per darci dei voti. Nel cuore di chi ci ascolta c’è solo la voglia di trascorrere una bella serata all’insegna della buona musica, stop. Chi andrebbe mai ad un concerto con l’intento di sparare critiche distruttive? Nessuno! Il pubblico, esattamente come voi, spera che tutto vada per il meglio.

Come comportarsi in caso di errore?

Bisogna prima di tutto distinguere due tipologie di errore. La prima rappresenta l’errore dovuto alla preparazione superficiale, il che non è ammissibile se commesso da parte di chi ha intenzione di intraprendere una carriera professionale, la seconda tipologia è il cosiddetto “incidente di percorso”. Quest’ultimo può essere causato da diversi fattori esterni, come ad esempio un problema di ascolto in spia, o da fattori interni quali vuoto di memoria o calo improvviso di voce. Anche l’ascoltatore più profano capirà se si tratta di scarsa preparazione o di semplice incidente di percorso. Nel caso di scarsa preparazione l’unica soluzione è cercare di capire cos’è non va nel nostro metodo di studio, nel caso di incidente di percorso è fondamentale andare avanti, senza sottolinearlo con espressioni facciali di disgusto o di terrore, a quelle ci penserà già il nostro pubblico (….SCHERZO!).

Il pubblico va conquistato dall’inizio alla fine: l’attacco e la conclusione, di tutta la nostra performance, sono le parti che resteranno più impresse. Naturalmente questo non sia il pretesto per dare meno importanza a tutto ciò che sta nel mezzo!

È vero, d’altra parte, che un errore non sottolineato nel mezzo di un’esibizione viene automaticamente accantonato e che l’ascoltatore si pone in un atteggiamento di apertura nei nostri confronti, spinto dal desiderio di gustare tutto ciò che di bello abbiamo ancora da offrirgli.

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